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Cubetto: una storia molto italiana

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Primo Toys, start-up londinese fondata dagli italiani Filippo Yacob (Amministratore delegato) e Matteo Loglio (Principal designer) è la proprietaria di  Cubetto, un robottino di legno da comandare wireless attraverso una console (un telecomando in legno) . Un gioco semplice e intuitivo che funziona combinando tra loro 16 blocchi di forme e colori diversi, a ciascuno dei quali corrisponde un comando. Si presenta 

come un giocattolo di legno dall’appeal molto vintage e sostenibile, ma dalle funzionalità tecnologiche.

Cubetto ha la caratteristica di essere un gioco inclusivo, nel senso che può essere utilizzato sia da bambini vedenti e non vedenti, perché i 16 blocchi che servono per programmare i suoi movimenti si distinguono, oltre che per i colori, anche al tatto, dando vita a 50 miliardi di combinazioni possibili. Un gioco, insomma, che stimola i sensi e che aiuta i bambini a sviluppare le capacità logiche e le competenze Stem (scienze, tecnologia, ingegneria e matematica). Oltre a ciò, va detto anche che un altro vantaggio di Cubetto è che si tratta di un gioco neutro, ovvero che piace sia ai bambini che alle bambine.

Da quando nel 2013,Primo Toys lo propose su Kickstarter (sito di crowdfunding per progetti creativi) per una campagna fondi che chiedeva 100.000 dollari, di soldi  ne ha raccolti per un importo pari a 1.500.000 dollari, attraverso 6500 sostenitori. Un vero e proprio record che  ha consacrato Cubetto come l' invenzione educativo-tecnologica più sostenuta nella storia del sito.

Melissa Stockdale, esperta della pedagogia Montessori   lo ha definito “il giocattolo tecnologico ideale”.  

A incorniciare il successo di questo lancio è arrivato, infine, anche un importante riconoscimento: il Leone di Cannes, uno dei premi più prestigiosi nella comunità creativa e dell’industria del design, ricevuto da Cubetto nella categoria Product design, durante il recente Festival internazionale della creatività di Cannes.

 

“Imparare a programmare da piccoli è fondamentale, ma deve essere divertente, giocoso e adatto all’età”, spiega Filippo Yacob, che deve l’ispirazione per questo progetto a suo figlio. “La nostra missione è di aiutare i bambini a sviluppare e a realizzare il loro pieno potenziale creativo. Siamo orgogliosi di offrire ai bambini dai tre anni in su un set da gioco inclusivo, interattivo, che insegna loro i concetti base della programmazione prima che imparino a leggere e a scrivere”.

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